barbara vercelli il nero del rosa

Lascia i cantieri per dedicarsi all’allevamento dei maiali neri piemontesi ai piedi del Monte Rosa

La storia di Barbara Vercelli, 38 anni: “Così rilanciamo anche la montagna”

Grufolano in libertà tra prato e boscaglia in valle Anzasca. Sono i «Neri del Rosa», maiali «no Ogm», di razza piemontese che da un paio d’anni Barbara Vercelli, domese di 38 anni, alleva in ampi terreni recintati a Pontegrande di Bannio Anzino e al Campaccio di Vanzone San Carlo. Il nome che ha dato ai suoi maialini (non superano i 120 chili – mentre i «large white», a maggior resa, pesano il doppio) l’ha depositato all’ufficio Marchi e Brevetti insieme a un collega lombardo, arrivato anche lui in valle per lanciarsi nella stessa impresa.

In Ossola è la prima volta che qualcuno cerca di mettere in moto un’intera filiera di prodotti suini. «Siamo partiti con cinque femmine e un maschio presi da un allevatore di Cuneo che tra i primi ha cercato di riselezionare la razza Nero Cavour, quasi estinta un secolo fa, che si contraddistingueva per animali dal manto scuro ma con il muso, l’interno delle orecchie, le zampe anteriori e la punta del codino bianchi. Siamo alla terza generazione, la speranza è poter stabilizzare queste caratteristiche con la quinta» dice Vercelli che ha abbracciato questo mestiere creando l’azienda agricola Valle del Rosa, dopo essere stata per 18 anni geometra e responsabile della sicurezza in cantieri.

Scommessa vinta

«La crisi del settore dell’edilizia e la voglia di mettersi in gioco con un’attività che vuole contrastare l’abbandono della montagna mi ha spinto verso questa scommessa. All’inizio pensavamo di poter accedere a un bando legato a un progetto di ricerca della facoltà di veterinaria di Torino, volto a recuperare questo suino tipico piemontese. Purtroppo si è arenato, ma noi siamo partiti lo stesso. Adesso abbiamo un’ottantina di maiali e per arrivare a regime con la produzione puntiamo ai 120» dice mentre guarda l’ultima figliata di una sua scrofa.

A luglio sono nati in dieci, ma di lattonzoli ne sono rimasti sei. Ha fatto razzia la volpe in un allevamento dove gli animali crescono secondo natura (inseminazione e parti avvengono spontaneamente), vivono all’aperto, trovano riparo in casette con la paglia e una volta al giorno «cibo di ristoro», che consiste in farine biologiche. Nei grandi recinti (in tutto hanno un’estensione di tre ettari e mezzo) non manca mai l’acqua, neanche nelle pozze di fango dove si rotolano, d’estate per abbassare la temperatura corporea.

Ci vogliono dai 14 ai 16 mesi per portare a peso i maiali anzaschini: controlli sanitari sulle carni – rosse e sode – vengono effettuati nel macello di Giorgio Berini a Beura poi, per essere insaccate, tornano in valle. Salgono a Macugnaga da Amedeo Fracei, rinomato macellaio che per la produzione ricorre ad antiche ricette di famiglia. Con il marchio «Nero del Rosa» nascono così gli stagionati – salami, mortadelle di fegato, lonzini, prosciuttello, lardo, pancette, filettino, salame di testa, coppa e noce di prosciutto – e freschi che comprendono salsiccia, salamella, mortadella da cuocere, cotechini e in stagione invernale i sanguinacci.

Per la vendita è sempre la titolare dell’azienda agricola ai piedi del Monte Rosa a muoversi: con il suo furgone raggiunge i mercati di Villadossola il martedì, di via Belgio a Pallanza il giovedì e poi quelli di Campagna Amica il primo sabato del mese a Trecate e la prima e la terza domenica del mese in largo Leonardi a Novara. Mercatini di prodotti artigianali di qualità e fiere agricole della zona sono poi le altre piazze in cui la si può trovare.

 

Cristina Pastore

 

fonte: https://www.lastampa.it/verbano-cusio-ossola/2018/09/22/news/lascia-i-cantieri-per-dedicarsi-all-allevamento-dei-maiali-neri-piemontesi-ai-piedi-del-monte-rosa-1.34046990 

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